Santuario della Santa Casa di Loreto

Dove si custodiscono le autentiche pareti della casa di Nazareth

LA BASILICA LAURETANA FUNESTATA DA MENZOGNE DISSACRATRICI

È scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica, al n.2486: La menzogna (essendo una violazione della virtù della veracità) è un’autentica violenza fatta all’altro. Lo colpisce nella sua capacità di conoscere, che è la condizione di ogni giudizio e di ogni decisione. Contiene in germe la divisione degli spiriti e tutti i mali che questa genera. La menzogna è dannosa per ogni società; scalza la fiducia tra gli uomini e lacera il tessuto delle relazioni sociali”.

Ed ancora, è scritto al n.2482, riportando le parole stesse di Gesù: «La menzogna consiste nel dire il falso con l’intenzione di ingannare». Nella menzogna il Signore denuncia un’opera diabolica: «Voi […] avete per padre il diavolo […]. Non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna»(Gv 8,44).

Questi due brani e condanne del Catechismo della Chiesa Cattolica, in riferimento alla gravità della “menzogna” utilizzata con l’intenzione di ingannare il prossimo, mi sono subito venuti alla mente quando mi è capitato ultimamente di ricevere il numero 8, del settembre 2022, del “Messaggio della Santa Casa di Loreto”, organo ufficiale della Basilica di Loreto e della relativa Delegazione Pontificia. Scorrendo le pagine di questo numero della Rivista lauretana sono rimasto sconcertato, amareggiato e profondamente indignato quando sono giunto alle pagine 232-236 (cfr. www.telemaria.it/messaggero.pdf), ove è stato pubblicato un articolo di un nuovo autore, prima a me sconosciuto, che si presenta subito come un nuovo “dissacratore” della Reliquia della Santa Casa, un tale padre Giuseppe Faràci, il quale si è evidentemente proposto l’intento di imitare – in maniera però molto maldestra – il “metodo” del più esperto e sofisticato “manipolatore lauretano”, il padre Giuseppe Santarelli (cfr. www.lavocecattolica.it/denuncia.canonica.pdf): utilizzare, cioè, il “metodo” di “manipolare” i documenti storici per utilizzarli come “supporto” delle proprie “false ipotesi o convinzioni”, con cui poter negare e dissacrare sia l’autenticità della Reliquia Nazaretana che le sue vere, storiche e comprovate “Miracolose Traslazioni”.

Nell’ultimo e nuovo caso, che qui ora con amarezza mi trovo obbligato a dover di nuovo denunciare pubblicamente, del novello “manipolatore” padre Giuseppe Faràci, questi ha utilizzato una immagine serigrafica di un grande artista contemporaneo, non citato, e recentemente scomparso, manipolandone di proposito il periodo di composizione della serigrafia, con l’evidente intento di ingannare i lettori, e per farne un supporto all’articolo in cui ha esposto le sue tesi razionaliste ed incredule riguardo al “miracolo” delle Traslazioni della Santa Casa.

Ancor più gravemente, l’articolo e l’immagine manipolata dal padre Giuseppe Faràci sono stati per di più avallati dal Vescovo lauretano ed anche dal direttore responsabile della Rivista, Vito Punzi, che così ha presentato nella terza pagina l’articolo del Faràci: “La stessa Casa nazaretana è approdata in terra marchigiana dopo un lungo migrare e qui è stata accolta. A ricordarcelo è p. Faràci all’interno di una riflessione che prende spunto da una delle nuove invocazioni delle Litanie Lauretane volute dal santo Padre, “Maria Solacium migrantium”, conforto dei migranti” (cfr. in proposito un mio commento sulla nuova invocazione in:

https://www.marcotosatti.com/2020/06/23/loreto-litanie-lauretane-nicolini-dissacrazione-sistematica/).

Tralasciando qui gli evidenti contenuti ideologici e politici dell’articolo, che appaiono in realtà una “piaggerìa” dell’autore all’ossessivo immigrazionismo bergogliano – e che sono per lo più alieni dal “vero insegnamento” del Magistero della Chiesa Cattolica circa la “giusta accoglienza” dei migranti (come ben illustrato ed insegnato da San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa, e in solenni documenti pontifici (vedi in Internet http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4044

e in http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1538_Nitoglia_Accoglienza_secondo_San-Tommaso.html

ed anche in https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/2253-exsul-familia-nazarethana-in-italiano-la-magna-charta-di-pio-xii-sull-immigrazione.html) – riporto qui la parte finale di detto articolo, con la nuova dissacrazione lauretana, per poi illustrare la menzognera didascalia della serigrafia, utilizzata allo scopo di avallare il falso trasporto umano della Santa Casa.

L’articolo del padre Giuseppe Faràci, intitolato “Casa di Maria, casa di migranti”, pieno di falsità storiche e dimostrante una crassa ignoranza sulla “vera storia” della Santa Casa – utilizzata irriverentemente e pretestuosamente in un modo ideologico e meschino, avverso una certa parte politica italiana -, si conclude nel seguente modo:

“E ricordiamoci che persino la Santa Casa è arrivata su una barca come profuga in cerca di un approdo in terra marchigiana: partita nel 1291 da Nazaret è giunta qui da noi nel 1294. Si è spostata per terra e per mare, ha rischiato di perdere pezzi, ma oggi è qui nel santuario loretano, anch’essa giunta via mare come tanti profughi nostri fratelli e… meno male che non è stata buttata in mare o affondata la barca che la trasportava e neppure ha trovato sulla sua rotta un blocco navale”.

Non è necessario qui commentare e sottolineare quanto è innanzitutto ridicola, oltreché faziosa, pretestuosa, dissacrante e davvero sacrilega una tale descrizione di un mai avvenuto trasporto umano “per mare” della più santa Reliquia Cristiana, ora però – per l’autore – neppure più trasportata con “una nave” ma addirittura su “una semplice barca”, capace – davvero qui si può dire “miracolosamente”! – di contenere una intera casa e itinerante come “una profuga” (la casa inanimata, “una profuga”!…) in cerca di un approdo, girovagando “per terra e per mare” per ben tre lunghi anni (dal 1291 al 1294, ma le “vere traslazioni miracolose” avvennero in realtà per cinque anni, tra il 1291 e il 1296)!…

Naturalmente, vista la sicurezza con cui lo afferma, è da supporre che lo sconosciuto e nuovo “pseudo-storico” della Santa Casa (il padre Faràci) sia in possesso di tutti i documenti – anche se non li ha citati nell’articolo – che attestano questa lunga ed annuale peregrinazione della “barca”, con sopra la Santa Casa: conoscerà e speriamo in seguito ci documenterà anche “chi” ha sradicato le tre Pareti della Santa Casa dalle fondamenta e le ha poi trasportate da Nazareth ad un porto (quale?) e qui caricate su una semplice barca, per la partenza con destinazione ad un approdo ancora sconosciuto; e poi il padre Faràci conoscerà certamente anche i nomi degli esperti navigatori che hanno guidato per anni la barca stessa, con sopra la Santa Casa, girovagando “per terra e per mare”, senza far perdere “pezzi” alle tre Sante Pareti e con l’abilità di riuscire a non far affondare (con così tanto peso!) la barca, né di farla buttare a mare da qualcuno ed evitando in proposito anche “blocchi navali” dell’epoca. Il padre Faràci conoscerà anche – e ce lo farà certamente conoscere con prossimi approfondimenti – chi ha accolto la Santa Casa a Tersatto in Croazia, dopo essere stata scaricata dalla barca e portata su una collina in mezzo ad un bosco scosceso, per poi dopo tre anni e mezzo decidere di re-imbarcarla e traghettarla fino a Posatora di Ancona (su un’altra collina boscosa), ed ancora spostandola nella selva di una signora di nome “Loreta” nella zona di Recanati, poi sul colle lauretano sul campo di due fratelli litigiosi ed infine l’abbia collocata (non trovando evidentemente un luogo migliore!) in mezzo alla strada pubblica, su cui era anche proibito dal Comune di Recanati di edificare costruzioni e lasciando (forse per la fretta del “posizionamento” notturno?…) una parte della Casa sospesa sul vuoto di un fosso!…

Chiunque legga la suddetta descrizione della “profuga Santa Casa” ed abbia un normale uso delle facoltà razionali ed abbia ancora un minimo di sensibilità e di rispetto religioso verso la “più importante” e la “più santa” tra tutte le Reliquie Cristiane – perché luogo del Concepimento Immacolato di Maria Vergine e dell’Incarnazione nel suo grembo verginale del Figlio di Dio -, non può non provare la più ferma e santa indignazione e la più esecrabile condanna di tali affermazioni piene di assurde menzogne sulla storia della Santa Casa e perciò dissacranti e sacrileghe!…

Però una “prova storica” il padre Giuseppe Faràci (o chi per lui!…) l’ha in realtà presentata nell’articolo in questione, per poter meglio “ingannare” i lettori sprovveduti circa la nuova e solenne riproposizione del trasporto umano “via mare” della Santa Casa, con l’avallo dell’Imprimi Potest del Vescovo Lauretano (Mons. Fabio Dal Cin), del Direttore Responsabile (Vito Punzi) e del Direttore Editoriale della rivista (padre Giuseppe Maria Antonino, anche nuovo Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”)! Ha scoperto infatti una “serigrafia”, dichiarata del 1600, in cui è ben rappresentata la nave (non però “una barca”!) che trasporta non solo la Santa Casa, ma insieme ad essa addirittura tutta l’intera Basilica di Loreto (campanile compreso). Quindi, ne deriverebbe per logica che – secondo quanto appare nella serigrafia – la Basilica odierna che custodisce la Santa Casa non fu costruita a Loreto (e d’altra parte nel XIII secolo ancora Loreto neppure esisteva!), ma fu costruita (la Basilica intera) già prima di arrivare nella cittadina marchigiana (forse – chissà? – in una delle soste intermedie) e poi fu caricata (proprio la Basilica intera!) sulla nave (o sulla “barca”?) fino a portarla sul colle lauretano ed ivi impiantarla definitivamente in mezzo ad una strada pubblica.

Ma evidentemente – per non dover rischiare che per negare “il miracolo” del “trasporto angelico” il padre Faràci arriverebbe però a far credere ai lettori che era avvenuto (non sia mai!) un altro “miracolo”, cioè il trasporto su “una barca” della Santa Casa con l’intera Basilica (che sarebbe “un miracolo” ben più grande ed eclatante del “trasporto angelico”!) – mi si obietterà dall’articolista che si deve interpretare quella serigrafia ritenuta del 1600 come un’opera artistica paradossale, liberamente idealizzata dall’autore e composta (la serigrafia) dopo la costruzione “in Loreto” della Basilica (avvenuta tale costruzione infatti, realmente, tra il XV-XVI secolo), con l’unito campanile.

Tuttavia, l’immagine serigrafica pubblicata (senza citazione dell’autore) riporta la seguente didascalia: “La Santa Casa giunta fino a noi attraverso il mare (serigrafia del XVII secolo)”. Quindi si tratterebbe – per l’autore dell’articolo e di chi ne ha autorizzata la pubblicazione sulla rivista ufficiale del Santuario Lauretano – di una rappresentazione del 1600, che attesterebbe come anche nei secoli passati si affermava e si rappresentava l’arrivo a Loreto della Santa Casa “per mare”, con una nave, e non mai “per il “ministero angelico”, come – secondo l’autore evidentemente erroneamente – si è sempre creduto ed insegnato dalla Chiesa e dalla intera cristianità per sette secoli!

Ma qui – come si usa dire – “casca l’asino”!… Chi ben conosce la storia di Loreto nota subito – in questa serigrafia dichiarata del 1600 – ben due contraddizioni lampanti, che ne svelano l’uso e l’intento menzognero che ne fa il padre Faràci (o chi per lui…). Vi appare infatti, accanto alla Basilica, l’attuale campanile, che però non esisteva ancora nel XVII secolo, perché fu costruito solo negli anni 1750-1754 (cioè nel XVIII secolo) su disegno del grande architetto italiano Luigi Vanvitelli (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Campanile_Vanvitelliano. Appare subito, perciò, che la serigrafia non può essere del XVII secolo (come dichiarato nella didascalia), in quanto l’autore non poteva rappresentare un campanile che nel XVII secolo ancora non esisteva! Quindi, semmai la serigrafia è posteriore al 1750; perciò è del tutto “falso” rappresentarla come un’opera del XVII secolo! Vi è poi la seconda contraddizione lampante: la moderna tecnica serigrafica (come rappresentata dall’immagine pubblicata) è stata inventata solo agli inizi del Novecento, cioè circa un secolo fa; perciò, nessun autore nel XVII secolo e neppure nel XVIII secolo può aver realizzato quell’immagine serigrafica, che deve essere per forza del XX o XXI secolo, smentendo perciò la menzognera didascalia!

Appare, perciò, in tutta evidenza la MENZOGNA e quindi la intollerabile “malafede” di aver pubblicato per i lettori quella serigrafia, dichiarando nella didascalia che si trattava di un’opera del XVII secolo, con l’intento ingannatore di “confermare” visivamente ai lettori della rivista la tesi esposta e sostenuta nell’articolo del trasporto della Santa Casa “per mare”: al fine, perciò, di voler dimostrare ai lettori, in modo fraudolento, che il trasporto “per mare” fosse una convinzione ed un insegnamento già di tanti secoli fa (anche nel 1600), e non una “falsa storia” inventata negli ultimi quarant’anni dal padre Giuseppe Santarelli, come dal sottoscritto è stato sempre denunciato e dimostrato.

Ma allora a quando risale veramente quella serigrafia e chi ne è stato l’autore? Basta cercare in Internet, e facilmente si scopre “la manipolazione” ordìta dal padre Faràci (e di chi lo ha autorizzato), per avallare con un inganno il trasporto umano “per mare” della Santa Casa e poter negare così “il trasporto miracoloso angelico”.Quella serigrafia, infatti, fu realizzata da un artista famoso, scultore e incisore, maceratese di origine ma vissuto quasi sempre in Ancona e scomparso solo recentemente, nel 2020 (cfr. la biografia in: https://www.treccani.it/enciclopedia/valeriano-trubbiani_%28Enciclopedia-Italiana%29/).

L’artista si chiamava Valeriano Trubbiani e realizzò quella serigrafia (forse commissionatagli proprio da Loreto) nell’anno 2003 (non certo, perciò, nel XVII secolo!), denominandola “Approdo a Lauretum”, con l’evidente intento di valorizzare l’ipotesi del padre Santarelli del trasporto della Reliquia “per mare”: opinione divenuta molto in voga in quegli anni della fine del XX secolo ed inizio del corrente XXI secolo.

In proposito, debbo qui riportare un ricordo personale. Quando il Trubbiani venne a sapere che nel dicembre 2004 avevo scritto e stavo stampando il mio primo libro a prova della “verità” delle “Traslazioni Miracolose” della Santa Casa – intitolato “La veridicità storica della miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto”(vedi una sintesi in: http://www.lavocecattolica.it/la%20miracolosa%20traslazione.html – egli volle conoscermi di persona, venendo in tipografia per parlarmene e per richiedermi il libro, e mostrando dispiacere di avere realizzato quella serigrafia con la quale – ingannato pure lui dalle false ipotesi del Santarelli – aveva contribuito a sua volta ad ingannare il suo pubblico estimatore, facendo credere falsamente ad un trasporto umano “per mare” della Santa Casa.

Se oggi egli potesse vedere come è stata utilizzata fraudolentemente e con la menzogna quella sua serigrafia del 2003 (come pubblicata nel numero di settembre 2022 del “Messaggio della Santa Casa”), andrebbe egli stesso a protestare fortemente presso la Delegazione Pontificia di Loreto ed a sconfessarne con indignazione l’operato!… Da non omettere, in proposito, anche l’evidente “vigliaccheria” di utilizzare quella serigrafia, con la dicitura di una didascalia falsa, sapendo evidentemente che lo stesso Trubbiani non avrebbe potuto smentire e smascherare quella “falsa didascalia”, essendo egli già deceduto da poco, nel 2020.

Ecco, perciò, che qui si rivelano nella loro drammatica verità quanto all’inizio ho riportato circa la grave e reiterata trasgressione dell’ottavo Comandamento, che ordina di “NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA”, ma che nella Basilica Lauretana purtroppo ciò avviene in modo “sistematico” da ormai un quarantennio, essendo tutti gli scritti circolanti nella Basilica Lauretana ancora oggi pieni della falsa ipotesi del trasporto umano “per mare”, ingannando così in maniera assai grave i pellegrini che giungono nel Santuario, ed andando contro gli insegnamenti secolari del Magistero della Chiesa! E non si concede ad alcuno, dai “responsabili”, di rendere disponibili per i fedeli nella Basilica i veri studi storici, da me e da altri pubblicati, attestanti la verità storica delle Traslazioni Miracolose e perciò attestanti l’autenticità della Reliquia, così come per secoli ha sempre insegnato la Chiesa! (cfr. www.telemaria.it/AnconaLoreto.pdf).

Da cui le severe parole di Gesù rivolte ai “Farisei”: «Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro… […]. Non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,43-44).

L’opera del padre Giuseppe Santarelli, nei suoi lunghi decenni quale Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” – e ora imitata dal padre Giuseppe Faràci nell’articolo in questione – è stata quella di demolire l’autenticità della Reliquia (sarebbero per lui solo “alcune pietre” portate da Nazareth e non le tre Sante Pareti nello loro “integralità”); ma soprattutto la sua produzione letteraria menzognera ha inteso negare il fatto storico delle “Miracolose Traslazioni”, per affermare un mai dimostrato avvenuto trasporto umano “via mare”, con la nave, di sole “sante pietre” della Casa Nazaretana.

Per dimostrare queste sue “false ipotesi”, e quindi negare “il miracolo” delle “traslazioni angeliche” e convincere l’opinione pubblica del falso e mai avvenuto “trasporto umano” della Reliquia, il padre Santarelli aveva utilizzato “il metodo” delle “falsificazioni” di innumerevoli documenti storici antichi (cfr. https://d9i1c.mailupclient.com/frontend/nl_preview_window.aspx?idNL=239), per far credere che in essi fossero documentate e comprovate le false ipotesi da lui sostenute, come ora è stato fatto anche con la serigrafia del Trubbiani.

Ciò lo scrissi e lo denunciai apertamente già nel 2005 in una Lettera Aperta consegnata allo stesso Padre Santarelli (cfr. http://www.lavocecattolica.it/falsificazioni.santarelli.htm), mai da lui contraddetta, e lo scrissi ancora nel 2006 nel presentare alle Autorità Ecclesiastiche competenti la denuncia canonica “per il delitto di falso” (cfr. www.lavocecattolica.it/denuncia.canonica.pdf), ed in innumerevoli altri libri, in articoli, in servizi radiofonici e televisivi, nonché in conferenze tenute in varie parti d’Italia.

Continuare a proporre dalla Basilica Lauretana e dalla Delegazione Pontificia una tale colossale FALSIFICAZIONE STORICA sulla SANTA CASA – riguardo ad un mai avvenuto “trasporto umano” -, è continuare ad INGANNARE la Chiesa e tutti gli uomini, dimostrando una grave assenza di rispetto anche verso l’intelligenza umana, oltre che essere COLPEVOLI di una biasimevole ed ingrata dissacrazione di uno dei più straordinari e mirabili “doni miracolosi” dati da Dio e da Maria alla Cristianità, ed in particolare all’Italia ed alle Marche!… Si prova profondo dolore – oltre a profonda indignazione – per tanta INGRATITUDINE dei fautori delle falsificazioni di questo “dono unico” ricevuto da Dio, ed ora tanto misconosciuto e disprezzato!… Parafrasando le famose parole del Sindaco santo Giorgio La Pira, dette al Cremlino, di «togliere di mezzo il cadavere dell’ateismo», viene da dire alle Autorità Ecclesiastiche: “Togliete di mezzo il cadavere delle menzogne dalla Basilica Lauretana e dalla Santa Casa”!…

Qui, perciò, dopo quest’ultima patente e “pubblica menzogna dissacratrice”, pubblicata nel numero di settembre 2022 del “Messaggio della Santa Casa”, da tutti ora constatabile inequivocabilmente, non posso non rivolgermi direttamente e pubblicamente per l’ennesima volta al Vescovo di Loreto Mons. Fabio Dal Cin, che avalla con l’Imprimi Potest tante menzogne dissacratrici, nonché al Vescovo di Ancona Mons. Angelo Spina (Metropolita, sotto la cui giurisdizione e responsabilità ricade il Vescovo di Loreto), ed anche alle Congregazioni Vaticane (la “Congregazione per il Culto Divino”: cfr. http://www.telemaria.it/LettereAperteNicoliniSarah.pdf  e la “Congregazione per la Dottrina della Fede”: cfr. www.lavocecattolica.it/muller.pdf ), per chiedere loro – anche dopo questo nuovo articolo menzognero uscito dalla Basilica e dalla Delegazione Pontificia Lauretana – se si sentono “in coscienza” sereni di presentarsi davanti a Dio nel giorno del Giudizio, pur continuando ad OMETTERE DI INTERVENIRE, mantenendo e perpetuando ancora una così COLOSSALE E DISSACRANTE MENZOGNA CONTRO LA VERA STORIA DELLA SANTA CASA, iniziata – come una “vera apostasia” dalla verità – nel 1984, con l’avvio delle pubblicazioni manipolatrici del Padre Giuseppe Santarelli, del quale a tutte le Autorità sopraddette ho “denunciato” e “documentato” le “falsificazioni” in ogni modo, con centinaia di Lettere, articoli, conferenze, video, libri documentativi anche antichi di secoli e consegnati, nonché con incontri personali, da ormai un trentennio (cfr. www.lavocecattolica.it/denuncia.canonica.pdf).

È forse necessario ricordare ancora una volta che esiste un Comandamento che impone di: “NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA”? e che in “materia grave” – e la “questione lauretana” è una “materia grave”! – MENTIRE su tale “questione” è oggettivamente UN PECCATO MORTALE?… E così pure è necessario ricordare ancora che esiste anche il PECCATO DI OMISSIONE, che – sempre in caso di “materia grave”, e la questione lauretana è “una materia grave”! – è anch’esso oggettivamente un PECCATO MORTALE?…

Santa Caterina da Siena ci sprona, gridando anche agli ecclesiastici di oggi: “Avete taciuto abbastanza. È ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”!E forse che anche la Basilica Lauretana nell’ultimo quarantennio di “apostasia dalla verità” non è anch’essa “marcita”, cioè abbandonata e dimenticata dai fedeli e dissacrata?

Anche il papa San Pio X – che si oppose con forza agli inizi del secolo scorso contro l’opera dissacratrice sulla Santa Casa operata dal canonico Ulisse Chévalier (di cui il Padre Giuseppe Santarelli si è fatto invece in questi decenni mallevadore) -, combatté persino con l’istituzione di “un Collegio di Difesa” le falsità e mistificazioni di Ulisse Chévalier (cfr. www.lavocecattolica.it/collegio.difesaSantaCasa.pdf) , perché fu scritto che “intaccare” “la verità” della “presenza” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e “la verità” della sue Miracolose Traslazioni era “un ingiurioso attentato alla Santa Casa e alla fede semplice dei devoti della Madonna di Loreto”, così come è stato fatto anche con l’ultimo dissacrante articolo pubblicato dal “Messaggio della Santa Casa” del settembre 2022. Non si comprende più – dalle Autorità Ecclesiastiche odierne – questo “attentato” “grave” che viene inferto alle “fede semplice” dei devoti, di cui da tanti di essi ho avuto attestazione personale in tanti anni? …

Poiché esiste il dovere morale “grave” di correggere, di smentire e di condannare tutto ciò che di falso o di erroneo viene propagato nella Chiesa, perciò anche a riguardo della Reliquia della Santa Casa e della sua straordinaria storia miracolosa, vorrei ricordare alle Autorità Ecclesiastiche sopraddette che il papa Felice III (citato anche da Leone XIII e da San Tommaso d’Aquino) aveva chiaramente sentenziato che “NON OPPORSI AD UN ERRORE SIGNIFICA APPROVARLO” e “NON DIFENDERE LA VERITA’ SIGNIFICA SOPPRIMERLA” e che “CHIUNQUE MANCA DI OPPORSI AD UNA PREVARICAZIONE MANIFESTA PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN COMPLICE”. Di tutto questo, perciò, si dovrà rendere conto davanti al Tribunale di Dio.

In proposito, la Parola di Dio, con San Paolo, con severità ci ricorda e ricorda a tutti gli Ecclesiastici, odierni “responsabili” sulla Santa Casa: “O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione RESISTONO ALLA VERITA’ e obbediscono all’ingiustizia“ (Rom.2,4-8).

Prof. GIORGIO NICOLINI

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